
Nei giorni scorsi, parte del team di SIR ha vissuto la Giornata in Dono SIR Fantasina, un’occasione speciale di incontro e condivisione con gli ospiti della struttura “Fantasina: Regina di Cuori” a Cellatica (BS), centro specializzato nel trattamento del gioco d’azzardo patologico.
Non si è trattato di un evento formale, ma di una vera opportunità di incontro e conoscenza reciproca.
Un tempo lento, fuori dal ritmo di sempre
Per tre mattine, il team SIR – diviso in piccoli gruppi – ha raggiunto la struttura. Ci hanno accolto con caffè e sorrisi, ci siamo presentati e poi, insieme agli ospiti e agli operatori del centro, ci siamo concessi una camminata in mezzo al verde che caratterizza il territorio. Un momento informale per conoscerci meglio, chiacchierare, ascoltare.
A fine mattinata, ci siamo ritrovati tutti insieme nel giardino per un pranzo offerto da SIR. Seduti allo stesso tavolo, senza ruoli, senza etichette. Solo persone che condividono un momento sereno.
Un’occasione per uscire dal quotidiano
Come team che lavora negli uffici, spesso siamo concentrati su progetti, scadenze, numeri. Ma queste giornate ci hanno dato la possibilità di mettere da parte la routine e conoscere da vicino una realtà importante, fatta di relazioni, cura, accoglienza.
Abbiamo scoperto una struttura dove ogni persona viene accolta e accompagnata con professionalità e umanità. E abbiamo sentito quanto sia prezioso, a volte, fermarsi, ascoltare e guardare le cose da un punto di vista diverso.
Conoscere “Fantasina: Regina di Cuori”
La struttura che ci ha ospitati è un centro specialistico residenziale attivo dal 2019. Si occupa del trattamento del gioco d’azzardo patologico, offrendo un percorso personalizzato grazie al lavoro di un’equipe multidisciplinare.
Oltre all’accoglienza in struttura, il servizio ha attivato anche una help line anonima e gratuita, pensata per supportare non solo chi è in difficoltà, ma anche familiari e amici.
Per noi di SIR, queste giornate sono state un’occasione speciale per fare squadra in modo diverso. Non con riunioni o brainstorming, ma con il tempo condiviso, con le chiacchiere leggere e i momenti più intensi.
Abbiamo riscoperto quanto sia importante il lato umano di ciò che facciamo, anche se il nostro lavoro non si svolge direttamente nelle mense o nei centri.
Grazie a chi ci ha accolti con calore.






