Quali sono le motivazioni che inducono le aziende che si occupano di ristorazione scolastica a proporre menù che non sempre incontrano la palatabilità degli alunni?

Molto spesso durante i miei incontri di educazione alimentare diretti alla popolazione incorro in genitori che non comprendono le motivazioni che spingono le aziende ristoratrici a proporre menù che includono piatti “difficili” e che inducono per diversi motivi i loro figli a generare avanzi alimentari che a buona ragione oggi potremmo definire intollerabili.  

Innanzitutto è bene fare chiarezza circa la funzione educativa della mensa scolastica, che non è semplicemente un luogo sicuro per riempire i ragazzi ma che ha l’obbligo scolastico di promuovere tra le altre cose la salute degli alunni stessi. Ecco la ragione per cui le aziende stesse non possono proporre menù che siano semplicemente “palatabili” ovvero che incontrino i gusti dei nostri ragazzi semplicemente adeguandosi ad essi, ma esse stesse hanno l’obbligo di formulare menù che si basino sulle moderne conoscenze circa il nutrizionismo e più in generale l’educazione alimentare. Si potrebbe affermare che sono le aziende sanitarie locali a blindare i menù scolastici dettando norme ferree in cui le aziende hanno relativamente poco margine in cui muoversi. E’ bene chiarire che per le aziende sarebbe davvero facile riempire i ragazzi dando loro ciò che più desiderano e facendo si che gli avanzi risultino trascurabili, e certamente lo farebbero con dei costi senz’altro ridotti, basterebbe ad esempio fornire loro pizze, focacce o panini imbottiti con contorni di patatine fritte.

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Roberta Chiesa, psicoterapeuta.